Mindulness psicosomatica

di Alice Oberti – https://lemete.it/professionista/alice-oberti/(si apre in una nuova scheda) Mindfulness significa consapevolezza, letteralmente “pienezza della coscienza”.

Non è una tecnica “in cui fare”, è uno stato di consapevolezza del momento presente, senza giudizi, rimanendo in contatto col corpo utilizzando il respiro.

Viene definita come una consapevolezza che emerge dal fare attenzione, in modo intenzionale, nel momento presente e in modo non giudicante.

Negli ultimi 10-15 anni c’è stato un forte incremento degli studi scientifici sugli effetti dello sviluppo della consapevolezza basata sulla Mindfulness.

Sono stati scientificamente riconosciuti effetti benefici sulla nostra fisiologia (ad esempio condizioni dovute a stress, malattie di vario genere, incluso dolore cronico, ipertensione, fibromialgia, cancro, asma, problemi cardiaci oppure su condizioni psicologiche come ad esempio ansia, panico, depressione), sulle funzioni mentali (ad esempio attenzione, memoria) e sulle relazioni interpersonali.

La culla della Mindfulness è la Vipassana buddhista che si basa sui quattro oggetti della consapevolezza a cui portare l’attenzione: il corpo, i sentimenti, la coscienza e gli stati mentali.

La Mindfulness Psicosomatica si differenzia dalla Mindfulness per la realizzazione di uno stato di no-mind, la non-mente, stato che in India è chiamato Samadhi e nello Zen è conosciuto come Satori. Si tratta di uno spazio di osservazione che è possibile sviluppare, dove si entra in contatto profondo con il proprio centro e si accede a uno stato di meditazione in cui anche la mente si acquieta.

La Mindfulness Psicosomatica permette di:

  • Migliorare il benessere attraverso la riduzione dello stress
  • Migliorare la consapevolezza corporea ed energetica
  • Migliorare la consapevolezza emotiva e relazionale
  • Ribilanciare la persona
  • Sviluppare una maggiore consapevolezza del mondo in cui viviamo
  • Sviluppare una più elevata integrità e consapevolezza di Sé        

La Mindfulness Psicosomatica, prevista durante le sedute di crescita personale, non è solamente una pratica di riduzione dello stress con evidenti riscontri positivi sulla salute, ma anche un progressivo risveglio della consapevolezza e un percorso di crescita personale.

Questa pratica ha integrato e sviluppato ulteriori tecniche per far fronte all’iperattività mentale, alla relativa chiusura emotiva e alla bassa sensibilità corporea che caratterizza la popolazione

Occidentale, sia per gli stili di vita frenetici che abbiamo sia per un nostro retaggio culturale differente da quello Orientale.

Le tecniche integrate fanno parte del Protocollo Mindfulness Psicosomatica PMP creando così un approccio comprensivo basato sulla crescita personale che utilizza la Mindfulness associata a tecniche di consapevolezza corporea, emotiva e cognitiva.

Queste tecniche permettono la risensibilizzazione del corpo (Bodyscann Psicosomatico, Meditazione Tre Suoni, Bodyflow, Energetica, Meditazione Evolution) lo scioglimento almeno in parte dei blocchi psicosomatici, che sono una precisa percezione soggettiva di ostacolo, impedimento, fastidio o difficoltà di una normale funzione o sensazione corporea, permettendo un’apertura verso un’intelligenza emotiva ed affettiva.

La risensibilizzazione del corpo, consiste nel portare l’attenzione alle sensazioni che il copro fisico mi dà connettendomi anche alla percezione energetica, utilizzando esercizi e pratiche che consentono alle persone di lasciare andare il controllo mentale per entrare maggiormente in uno stato di Mindfulness più profonda, in uno spazio di no-mind.

Il Protocollo PMP permette di ripristinare la corretta funzionalità e integrità psicosomatica del Sé.

Le ricerche sulla coerenza EEG, dell’Istituto di Neuropsicosomatica di Bagni di Lucca (https://www.neuropsicosomatica.com/pnei/wp-content/uploads/2018/02/ricerca_sulla_relazione_tra_coerenza_eeg_stato.pdf ) mostrano come lo stato di consapevolezza di Sé modifichi profondamente le connessioni e le vie di comunicazione neuronali dell’intero cervello, aumentando la sincronizzazione e regolarizzando così la sinergia psicosomatica globale.

Numerose ricerche scientifiche internazionali provano che dopo soli due mesi di pratica Mindfulness queste connessioni si stabilizzano e producono risultati duraturi nel tempo.

Nell’articolo pubblicato da Richard Davison, Jonh Kabat-Zinn e colleghi su Psychosomatic Medicine nel 2003https://greatergood.berkeley.edu/images/uploads/Davidson-Mindfulness_on_Brain_and_Immune_Functionpdf.pdf), si evidenzia che anche un breve programma di Mindfulness di due mesi genera cambiamenti nell’attivazione del cervello, con aumento dell’attività dell’emisfero sinistro, correlata a emozioni positive e un miglioramento dell’attività immunitaria.

Grazie a molti studi e ricerche cliniche svolti da Kabat-Zinn, molti medici, psicologi e ricercatori hanno riconosciuto la Mindfulness come uno strumento scientificamente studiato e valido, laico.

Tuttavia la pratica è stata molto semplificata e intellettualizzata rendendo la dimensione corporea e la finalità di risveglio della consapevolezza di Sé fortemente ridotta o a volte negata.

Anche per questo motivo si è visto necessario integrare le tecniche di Mindfulness per dare spazio ad un approccio anche corporeo ed emotivo.

Il Protocollo PMP permette un approccio flessibile e intelligente per arrivare all’unità e all’integrità psicosomatica della persona.Durante la mia formazione di Istruttrice di Mindfulness Psicosomatica e Counselor Olistico in Psicosomatica, presso l’Istituto di Neuropsicosomatica del Villaggio Globale di Bagni di Lucca ho potuto fare esperienza e comprendere le tecniche integrate del Protocollo Mindfulness Psicosomatica PMP, potendo lavorare con molte persone

Alice Oberti